Il 2 aprile la Slovacchia ha approvato l’abbattimento di 350 orsi dopo la morte di un uomo in un probabile attacco, una decisione contestata dagli ambientalisti e in contrasto con una direttiva europea.

La decisione è stata presa dopo alcuni attacchi e, in particolare, dopo il ritrovamento dei resti di un uomo nel centro del paese, probabilmente ucciso da un orso il 30 marzo.

“Non possiamo vivere in un paese in cui le persone hanno paura di andare nei boschi”, ha dichiarato alla stampa il primo ministro Robert Fico.

Il governo ha inoltre proclamato lo stato d’emergenza nella maggior parte delle regioni del paese a causa della “presenza indesiderata di orsi”.

Il parlamento slovacco aveva già alleggerito le norme relative all’abbattimento degli orsi nel maggio 2024, autorizzando deroghe in alcune regioni.

Ma una direttiva europea permette solo l’abbattimento degli orsi che attaccano le persone o causano danni alle cose, e solo se non c’è altra soluzione.

Nel 2024 in Slovacchia sono stati abbattuti 93 orsi, mentre 36 sono morti in incidenti stradali, secondo il quotidiano Dennik N.

Tuttavia, secondo alcuni giornalisti del Centro di ricerca Ján Kuciak, nessuno dei 93 orsi uccisi aveva compiuto attacchi contro esseri umani.

Il ministro dell’ambiente Tomáš Taraba ha dichiarato il 2 aprile che in Slovacchia ci sono più di 1.300 orsi e che “ottocento sarebbe un numero più che sufficiente”.

Ma gli ambientalisti hanno criticato il governo, sostenendo che l’abbattimento di massa sia illegale e contrario agli obblighi internazionali del paese.

Hanno invitato il ministero ad attuare misure di prevenzione e a spiegare ai cittadini come muoversi in sicurezza nella natura.

Nel 2024 la Romania aveva autorizzato l’abbattimento di quasi cinquecento orsi, su una popolazione di circa ottomila esemplari.