◆ Circa seicento milioni di anni fa, durante il periodo ediacarano, un asteroide di un diametro compreso tra duecento e quattrocento metri si schiantò in quello che oggi è il nord dell’Australia. Il cratere originario si è in gran parte eroso, ma i segni della collisione restano impressi negli strati di sedimenti e roccia vulcanica.
L’impatto ha lasciato una traccia larga un chilometro e lunga cinque, mentre la deformazione negli strati di roccia si estende per circa dieci chilometri a nord e a sud. La forma allungata suggerisce che la traiettoria dell’asteroide fosse estremamente obliqua rispetto alla superficie terrestre. Un percorso più perpendicolare, come quella dell’impatto che ha causato l’estinzione dei dinosauri, avrebbe prodotto un cratere più profondo e simmetrico.
Si pensa che gli asteroidi che seguono una traiettoria obliqua provochino meno danni, dato che percorrono una distanza maggiore all’interno dell’atmosfera terrestre e si consumano in misura maggiore prima dell’impatto. Probabilmente quindi gli effetti più gravi si sono concentrati intorno al punto dell’impatto.
I geologi hanno però trovato le prove di due collisioni più grandi durante l’ediacarano, che potrebbero aver contribuito all’estinzione di una classe di organismi poco conosciuti chiamati acritarchi e causato cambiamenti nel clima globale e nella composizione chimica degli oceani.–Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati