Il 1 aprile il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rinunciato a nominare l’ex comandante della marina Eli Sharvit a capo del servizio di sicurezza interno Shin bet. La nomina, che era stata annunciata il 31 marzo, sarebbe stata revocata a causa delle pressioni statunitensi.
L’inversione di rotta arriva in un momento in cui Netanyahu è impegnato in un braccio di ferro con la corte suprema, che ha sospeso temporaneamente il licenziamento di Ronen Bar, l’attuale capo dello Shin bet.
Netanyahu ha ringraziato Sharvit per aver accettato la nomina, ma l’ha informato che, dopo ulteriori considerazioni, avrebbe esaminato altre candidature per l’incarico, secondo un comunicato ufficiale.
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La nomina di Sharvit era stata criticata negli Stati Uniti dal senatore repubblicano Lindsey Graham, vicino al presidente Donald Trump, che l’aveva definita “a dir poco problematica”.
“Il mio consiglio agli amici israeliani è di cambiare rotta”, aveva scritto Graham sul social network X, aggiungendo che “le dichiarazioni dell’ammiraglio Sharvit sul presidente Trump potrebbero creare inutili tensioni”.
Il 23 gennaio Sharvit aveva criticato su un quotidiano economico israeliano la decisione di Trump di puntare sui combustibili fossili nell’epoca del riscaldamento globale.
Inoltre, poche ore dopo l’annuncio della nomina di Sharvit, alcuni mezzi d’informazione israeliani avevano riferito della sua partecipazione attiva all’ondata di proteste del 2023 contro una riforma della giustizia promossa dal governo Netanyahu.
Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha criticato duramente il comportamento di Netanyahu: “La scelta del direttore dello Shin bet non è una nomina come tutte le altre. Non può essere fatta e rinnegata ventiquattr’ore dopo. Le capriole di Netanyahu mettono a rischio la sicurezza nazionale d’Israele”.
Il licenziamento del capo dello Shin bet e l’avvio di una procedura di destituzione nei confronti della procuratrice dello stato Gali Baharav-Miara ha causato un’ondata di proteste in Israele, dove molti denunciano una svolta autoritaria di Netanyahu.
La mobilitazione è stata alimentata anche dall’approvazione alla Knesset, il parlamento israeliano, di una legge che rafforza l’influenza del potere politico nella nomina dei giudici.
Intanto, il 31 marzo Netanyahu ha riferito di essere stato chiamato a testimoniare nell’ambito del cosiddetto Qatargate, un’inchiesta su persone vicine al premier sospettate dallo Shin bet di aver ricevuto tangenti dal Qatar.
Lo stesso giorno la polizia ha annunciato l’arresto di Yonatan Urich ed Eli Feldstein, due stretti collaboratori del premier.
“Il vero obiettivo di Netanyahu è chiudere l’inchiesta sul Qatargate”, aveva detto Lapid il 31 marzo, riferendosi al licenziamento di Bar e alla nomina affrettata di Sharvit.