Il 1 aprile l’esercito israeliano ha bombardato la periferia sud di Beirut per la seconda volta dall’inizio della tregua, nel novembre 2024, causando tre morti, tra cui un leader del gruppo filoiraniano Hezbollah.

L’attacco è avvenuto senza preavviso intorno alle 3.30 ora locale.

Il 28 marzo l’esercito israeliano aveva invece invitato gli abitanti ad andarsene prima di colpire una prima volta la periferia sud della capitale libanese, considerata una roccaforte di Hezbollah.

Il 1 aprile l’esercito israeliano ha affermato, in un comunicato congiunto con il servizio di sicurezza interno Shin bet, che il raid ha preso di mira “un terrorista di Hezbollah che stava pianificando insieme ad Hamas un attentato contro civili israeliani”.

Secondo il ministero della salute libanese, l’attacco ha causato tre morti e sette feriti.

Una fonte vicina a Hezbollah ha riferito che l’obiettivo era Hassan Bdair, responsabile di Hezbollah per la questione palestinese.

“L’uomo si trovava in casa con la sua famiglia”, ha precisato la fonte.

Il primo ministro libanese Nawaf Salam ha denunciato una “flagrante violazione” della tregua e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che aveva messo fine al precedente conflitto tra Israele e Hezbollah, nel 2006.

Il presidente libanese Joseph Aoun ha invitato gli alleati del Libano ad attivarsi per “garantire la sovranità e l’integrità territoriale del paese”.

L’esercito israeliano non ha ancora completato il ritiro dal sud del Libano, previsto dalla tregua, mantenendo invece la sua presenza in cinque punti strategici. Nonostante la tregua, ha condotto numerosi attacchi contro Hezbollah in territorio libanese. In due occasioni sono stati invece lanciati alcuni razzi verso il territorio israeliano, senza causare danni.