Ali Smith - Leonardo Cendamo, Getty
Ali Smith (Leonardo Cendamo, Getty)

Hotel world di Ali Smith è pieno di allusioni letterarie e astuti espedienti. Il romanzo offre una visione panottica su cinque personaggi che ruotano intorno al Global, un lussuoso hotel in una tetra cittadina del nord dell’Inghilterra, in cui il sistema “non funziona correttamente” e la storia è gestita con molta maestria. Infatti, non ho mai visto i princìpi della più recente teoria letteraria innestati in modo così abile in un romanzo. Un buon esempio è la scena in cui Smith sottolinea e deride il desiderio del lettore di una svolta narrativa. Il personaggio in questione, la cameriera e campionessa di nuoto Sara Wilby, è appena precipitata verso la morte “nell’ascensore per i piatti” e sta raccontando la sua storia post-mortem: “Ed ecco la storia, visto che ne avete così disperatamente bisogno”. Tra gli altri personaggi troviamo Penny, una giornalista con un PowerBook rotto (si colgono echi del romanzo di Jeanette Winterson, PowerBook), la sorella di Sara, Clare, una mendicante di nome Else, e Lise la receptionist malinconica (sfumature di Hotel du lac di Anita Brookner). Il gioco di parole Lise/Else è tipico di Ali Smith, che si è fatta un nome con un volume intitolato Altre storie (e altre storie). Qui la scrittrice prova a trasmettere l’alterità in modi interessanti ed emozionanti: ogni dettaglio del libro serve a mettere in discussione le tesi capitaliste dell’hotel Global, con le sue telecamere di sorveglianza e le uniformi in poliestere al 78 per cento. Nonostante tutte le sue virtù radicali, molti lettori troveranno il libro di Smith difficile da digerire. La verità è che ci piacciono i nostri narratori falsamente coerenti e le illusioni di un linguaggio non frammentato. La realtà, anche quando è confusa, deve presentarsi mascherata in forme tradizionali, i suoi aspetti postmoderni resi simbolicamente invece che formalmente rappresentati come in Hotel world. Ma i tempi cambiano e insieme a loro cambiano i lettori. Nel caso di Smith e di altri scrittori, principalmente statunitensi (Dave Eggers e Jonathan Lethem), vengono prodotti libri che sembrano specificamente progettati per essere letti da una generazione cresciuta nella teoria letteraria. Il radicalismo si esaurisce presto, però, poiché ciò che era avanguardia è rapidamente e facilmente assorbito dal mercato.
The Guardian (2001)

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Questo articolo è uscito sul numero 1601 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati