Ognuna delle venti pagine non numerate che compongono Winter music di John Cage contiene cinque sistemi di cinque battute. I sistemi sono per lo più divisi in aggregati di note, o “eventi”, per i quali un numero qualsiasi di pianisti, da uno a venti, può creare un programma di durata imprevedibile, con completa libertà per quanto riguarda dinamiche e risonanze. Le pagine possono essere usate interamente o in parte. Quindi non ci sono due esecuzioni uguali e sarebbe inutile giudicare l’album di Sabine Leibner rispetto a qualsiasi registrazione precedente. La pianista divide il pezzo in quattro sezioni per un totale di 67 minuti. Non è possibile determinare dove finisce una sezione e dove comincia la successiva solo ascoltandole. Quando c’è un lungo silenzio dopo che una risonanza si è esaurita, potete pensare che sia finita la musica o che vi si sia spento l’amplificatore, ma non è così. Questi silenzi provocano un senso di anticipazione per ciò che verrà dopo, che è parte dell’esperienza quanto le note. La registrazione esemplare della Wergo esalta la precisione del controllo della pianista sulla sonorità, sulla voce, sul tocco e sui pedali. Sono qualità che rivelano la serietà, la concentrazione e l’impegno totale che Liebner porta alla partitura.
Jed Distler, Gramophone
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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati