
Rizzoli Lizard aveva già proposto, in un’edizione bella e curata come questa, La nuova isola del tesoro, esordio del 1947 di Osamu Tezuka, “il Dio del manga”. Ora propone Thunder Mask, altro romanzo a fumetti singolo sperduto tra le infinite saghe e serie di tutti i generi realizzate dal maestro giapponese (150mila tavole a fumetti per oltre cinquecento volumi), eppure non meno interessante, notevolmente originale e libero. E, come sottolineato nella postfazione (profonda, precisa e appassionata), pubblicato in un momento molto fecondo e innovativo di Tezuka, quello situato tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta. _Thunder Mask _è del 1972 e arriva dopo che Tezuka tra la fine degli anni quaranta e i primi anni cinquanta aveva rivoluzionato il manga di fantascienza. In _Thunder Mask _la fantascienza diventa uno strumento per dissacrare con una modalità gioiosa e allegra, anche se polemica. Tezuka ne è il protagonista e si fa beffe di se stesso, dei suoi colleghi, delle religioni (con “straordinario sincretismo” del buddismo e del cristianesimo in un colpo solo), delle sette, della società dei consumi e dell’apocalisse. La forza e l’inventiva plastica sono al loro massimo. Ma, dietro le apparenze, è Thanatos il vero tema, la morte che congela tutto.
Con Tezuka però, umanista all’ennesima potenza, il grande tutto si rigenera in una nuova speranza. Con un velo di malinconia.
Francesco Boille
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1427 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati