“Non credo di peccare di orgoglio, come dimostrerò nel corso della mia presentazione, se comincio dicendo che sono un uomo con certe qualità. Potrei non essere particolarmente bello o appariscente, ma sono educato, discreto, coscienzioso, colto e un buon conversatore”. Comincia così Una storia ridicola, il nuovo romanzo dello spagnolo Luis Landero. Un romanzo in prima persona pieno d’ironia e umorismo pur nella tragedia che ha per protagonista un uomo “senza istruzione superiore”, anche se, come direbbe lui, “sulla questione degli studi ci sarebbe molto da dire”. Il narratore è un uomo che crede di avere un soprannaturale potere distruttivo e che si definisce macellaio, filosofo e poeta – lavora in un grande mattatoio industriale dove è direttore di stabilimento – che decide di raccontare in questo libro niente meno che la storia della sua vita e di scrivere un “saggio su se stesso”. Una storia ridicola però è anche una storia d’amore, quello che il protagonista prova per Pepita, una donna di classe ben più elevata, di fronte alla quale ha vissuto “una vita disincantata e felice”. Tutto è narrato unicamente dal suo punto di vista in un racconto delirante fino alla fine.
Justo Barranco, La Vanguardia

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati