Le ambizioni globali della Cina non sono più relegate a megaprogetti infrastrutturali o alle sue reti commerciali in espansione. Il paese ha trovato uno strumento di soft power improbabile ma efficace: i giochi online. Al centro di questa strategia c’è il gigante tecnologico Tencent, il cui dominio nel settore ha trasformato l’intrattenimento digitale in un potente veicolo per proiettare la cultura e l’influenza di Pechino nel resto del mondo.

Per decenni il soft power, cioè la capacità di attrazione di un paese esercitata attraverso il suo fascino culturale e non imposta con la forza, è stato sfruttato dalle potenze occidentali. I film di Hollywood, la musica statunitense e gli anime giapponesi sono stati a lungo i prodotti pop d’esportazione dominanti. Ora anche la Cina sta entrando in questo spazio.

La Tencent, attraverso acquisizioni e investimenti, ha costruito un impero tentacolare: possiede la Riot games, che ha sviluppato League of legends, uno dei titoli di e-sport più popolari al mondo, e il 40 per cento della Epic games, creatrice di Fortnite, un titano con più di quattrocento milioni di giocatori in tutto il mondo. La strategia dell’azienda è semplice ma efficace: investire in prodotti che affascinano il pubblico internazionale integrando nell’esperienza di gioco elementi della cultura cinese, senza usare messaggi palesi o di propaganda, ma intrecciando sottili fili di storia, mitologia ed estetica cinesi in piattaforme coinvolgenti e interattive.

Ciò che distingue il soft power cinese nel settore dei giochi online è la sua capacità di fare in modo che i giocatori si confrontino con la cultura cinese senza imposizioni. In giochi come Honor of kings e Fortnite sono perfettamente integrati personaggi ispirati ad antiche figure cinesi, come il leggendario artigiano Lu Ban o il Re scimmia del romanzo classico Viaggio in occidente, che introducono il pubblico al folklore e alla storia cinesi in modi divertenti. Un altro gioco, Black myth: Wukong, sviluppato dalla Game science, ha suscitato grande interesse per la grafica mozzafiato e l’adattamento di Viaggio in occidente. La sua popolarità evidenzia un crescente desiderio di contenuti culturalmente ricchi, che superino le narrazioni occidentali, da sempre dominanti nel settore. Da giochi come League of legends sono nati tornei internazionali seguiti da milioni di persone, spesso con sponsor cinesi.

Il Pentagono contro la Tencent

◆ Il 7 gennaio 2025 il dipartimento della difesa statunitense ha aggiunto alla lista delle aziende militari cinesi la Tencent. Il gigante tecnologico ha condannato la decisione, annunciando che ricorrerà per vie legali. In un comunicato l’azienda sottolinea di non avere alcun legame con le attività militari di Pechino e di non contribuire in alcun modo all’industria della difesa cinese. Bbc, Xinhua


Tutto questo s’inserisce nella più ampia strategia della digital silk road (Dsr), il braccio digitale della nuova via della seta. Pur essendo spesso associata a infrastrutture come i cavi in fibra ottica e le reti 5g, la Dsr promuove anche l’espansione globale dei servizi digitali cinesi, tra cui le piattaforme d’intrattenimento. Questo garantisce che i giochi sviluppati in Cina siano accessibili in tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, dove Pechino sta allargando la sua impronta digitale.

Non mancano però le polemiche. I timori riguardano in particolare l’esportazione del modello di governance digitale cinese, che enfatizza il controllo statale sui contenuti del web. La Tencent, come altri giganti tecnologici cinesi, mantiene stretti legami con il Partito comunista del paese, sollevando dubbi per l’intreccio tra interessi statali e strategia aziendale. Inoltre l’inserimento delle narrazioni cinesi nell’intrattenimento di largo consumo solleva timori per l’influenza statale sulle tendenze globali nel settore. In ogni caso, l’uso dei videogiochi come strumento di soft power _è una novità nella diplomazia culturale grazie a cui la Cina può allontanarsi da un attegiamento diplomatico molto più assertivo e adottarne uno più morbido, capace di presentare il paese non solo come una potenza in ascesa, ma anche come una vivace forza culturale. ◆ _gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati