Poco prima di mezzogiorno del 28 giugno Irací Hassler Jacob, trent’anni, femminista e militante comunista, ha attraversato la sala municipale per insediarsi nella carica di sindaca di Santiago, la capitale del paese e la sua città più grande. Oltre a essere la seconda donna a ricoprire questo incarico, Hassler è anche la prima sindaca del Partito comunista.

Al momento di prestare giuramento, truccata e sorridente, ha sollevato il pugno sinistro. Dal suo polso pendeva la sciarpa verde delle femministe. Si è voltata verso la platea e ha detto: “Sì, lo prometto, in nome del popolo”. Questo gesto, che ha segnato il passaggio di consegne, fa capire che la sua sarà un’amministrazione determinata.

Santiago è un bastione dei conservatori: negli ultimi quattro anni è stata guidata da Felipe Alessandri, del partito di destra Rinnovamento nazionale (Rn). Nel 2019, come consigliera comunale dell’opposizione, Hassler si è distinta per aver denunciato la repressione contro gli studenti che manifestavano. Ma il suo impegno politico era cominciato molto prima, nel movimento studentesco nato nel 2011. Mentre studiava ingegneria commerciale (equivalente alla facoltà di economia in altri paesi), informò i suoi genitori che si sarebbe iscritta alla Gioventù comunista.

Loro non sono mai stati militanti. Sua madre è una psicologa originaria del Brasile, il padre è un imprenditore cileno. Si sono conosciuti quando studiavano in Francia. Hassler ha detto più volte che il padre simpatizza per la destra e mantiene legami commerciali con Juan Sutil, discusso presidente della Confederazione per la produzione e il commercio (Cpc). Sutil comunque ha avuto parole cordiali per la nuova sindaca, definendola una “donna molto preparata”.

“Pur essendo di destra, mio padre mi ha sostenuto, anche se sulla politica la pensiamo in modo molto diverso”, ha dichiarato Hassler in un’intervista concessa a El Siglo, quotidiano del Partito comunista.

Per la sinistra strappare Santiago alla destra non è stato solo un trionfo locale

La sua vittoria è una delle grandi sorprese delle elezioni che si sono svolte il 15 e il 16 maggio, in cui oltre ai sindaci sono stati eletti i membri dell’assemblea che dovrà scrivere la nuova costituzione e i governatori.

Conquistare Santiago non è stato facile. Hassler ha partecipato a un lungo percorso che è sfociato nelle primarie di centrosinistra – le prime nella storia di Santiago – in cui si è dovuta confrontare con rappresentanti di organizzazioni di base e di quartiere.

“Sono state primarie civiche a cui hanno partecipato realtà attive nella città. È stato un cambiamento storico”, ha detto Hassler commentando l’importanza del voto. “È stato un processo di partecipazione civica senza precedenti”. Hassler ha vinto con il 55 per cento dei voti.

Verso la presidenza

Durante la campagna elettorale è andata nei mercati, alle fiere, nei quartieri e nei consigli di quartiere, portando sempre in spalla uno zaino con l’effigie dell’artista messicana Frida Kahlo, realizzata da un artigiano locale. Tutto è cominciato così, nell’effervescenza politica e sociale vissuta dal paese. Hassler ha dovuto affrontare i pregiudizi nei confronti del suo partito.

Per Javier Gallegos Gambino, che si occupa della comunicazione di Hassler, quel periodo è stato essenziale per “mostrare il lavoro serio su cui si fondava la candidatura”. Mistral Ensignia, collega di Gambino, sottolinea invece l’importanza della presenza sui social network per raggiungere i più giovani. “Il progetto guidato da Irací Hassler è partito dai quartieri, con la partecipazione civica degli abitanti. Di conseguenza era assolutamente logico socializzarlo, condividerlo, trovare mezzi per continuare a diffonderlo, perché finalmente tutti si sono sentiti parte del programma. Questo ha permesso di combattere i pregiudizi – presenti in alcuni settori – sul suo radicalismo. Tutto quello che Irací ha fatto durante il suo percorso ha una storia”.

Biografia

6 novembre 1990 Nasce a Santiago da madre brasiliana e padre cileno di origini svizzere. Frequenta la scuola svizzera e poi si iscrive alla facoltà di economia.
2011 Partecipa alle manifestazioni studentesche per la riforma dell’istruzione e contro il presidente Sebastián Piñera. Si iscrive alla Gioventù comunista.
ottobre 2016 È eletta nel consiglio municipale di Santiago e due anni dopo entra nel Partito comunista cileno.
dicembre 2020 Vince le primarie della sinistra per scegliere il candidato sindaco a Santiago.
maggio 2021 Sconfigge il sindaco di destra uscente, Felipe Alessandri, e diventa la prima sindaca comunista della storia del Cile.


Ensignia aggiunge: “È una femminista che ha fatto parte del movimento studentesco ed è sempre stata dalla parte del cambiamento, anche quando era consigliera municipale. Penso che le persone abbiano apprezzato il fatto che fosse giovane, abbiano visto in lei la possibilità di un cambiamento e la capacità di ascoltare. I cittadini avevano bisogno di sentirsi ascoltati e di far parte di un progetto, e Irací Hassler è stata capace di soddisfare quel bisogno”.

Santiago è stata una delle città più colpite dalla crisi sociale e poi ha sofferto per la pandemia di covid-19. Il perimetro comunale, in cui vivono circa 400mila persone, ha come frontiera naturale il fiume Mapocho a nord, ed è delimitato a est da piazza Baquedano, oggi conosciuta come piazza della Dignità ed epicentro delle manifestazioni e della repressione della polizia nel 2019. Questo quartiere, che funziona da snodo del commercio e della burocrazia, è stato tra i più colpiti dalla crisi economica e dall’aumento della criminalità.

In campagna elettorale Hassler ha insistito anche sulla ricerca di soluzioni per gli immigrati, con un metodo opposto rispetto a quello del suo predecessore. Ha messo l’accento sulle politiche inclusive. “Mi piacerebbe molto che la figura di sindaco riflettesse questa diversità e le permettesse di esprimersi nella migliore coesistenza possibile”, ha dichiarato in un’intervista concessa alla Bbc. “Penso che ci sia una grande precarietà nel comune di Santiago, un abbandono storico: subaffitto abusivo, sovrappopolamento e malnutrizione, un problema che oggi è affrontato soprattutto dalle mense collettive grazie alla solidarietà delle persone. Dico questo perché è una realtà che coinvolge tutta la comunità cilena: la comunità dei migranti è anche la comunità cilena. Il nostro messaggio e il nostro lavoro si basano sui diritti civili. Indipendentemente dalla nostra origine o dal nostro status migratorio dobbiamo essere in grado di progredire verso condizioni di vita migliori per tutti”.

Per affrontare queste difficoltà Hassler ha proposto un programma in quaranta punti e un piano di rilancio economico. Alla vigilia del suo insediamento, la sindaca ha presentato una squadra composta da nove persone di fiducia, cinque donne e quattro uomini.

Per la sinistra strappare Santiago alla destra non è stato solo un trionfo locale. Ha fatto in modo che un altro comunista fosse considerato un candidato credibile in vista delle presidenziali del 21 novembre: Daniel Jadue, sindaco di Recoleta, un comune situato sull’altra riva del Mapocho, è in vantaggio nei sondaggi e a luglio potrebbe partecipare alle primarie per scegliere il candidato della sinistra.

Nella sua città Jadue ha introdotto una serie di progetti che sono stati ripresi in altre zone del paese: farmacie e ottici a disposizione delle persone povere e progetti per l’edilizia popolare. In campagna elettorale ha sostenuto Hassler, rafforzando le speranze dei comunisti di conquistare la Moneda, la sede della presidenza, nel cuore di Santiago. “I miti sui comunisti sono stati sfatati e oggi siamo molto presenti nel dibattito pubblico”, ha detto la sindaca in un’intervista. “Un’amministrazione comunista a livello locale può trasformare la vita delle persone”. È la sfida che ora Hassler dovrà affrontare. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1417 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati