Il 17 marzo il Ruanda ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con il Belgio, accusando l’ex potenza coloniale di essersi schierata con il governo di Kinshasa “prima e durante il conflitto in corso nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc)”.
“Il governo del Ruanda ha notificato oggi al governo del Belgio la decisione di rompere le relazioni diplomatiche con effetto immediato”, ha affermato il ministero degli esteri ruandese in un comunicato. Secondo Kigali, la decisione è legata alle “pietose ambizioni neocoloniali” di Bruxelles.
Il Belgio ha reagito criticando una decisione considerata “sproporzionata” che, secondo il ministro degli esteri Maxime Prévot, “dimostra che il Ruanda non vuole impegnarsi in un dialogo serio”.
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Il Belgio, ex potenza coloniale sia della Repubblica Democratica del Congo sia del Ruanda, è stato uno dei paesi più critici nei confronti di Kigali da quando, nel dicembre scorso, il gruppo ribelle M23, sostenuto dall’esercito ruandese, ha lanciato un’offensiva nell’est della Rdc, conquistando Goma e Bukavu, capoluoghi rispettivamente delle province del Nord e del Sud Kivu.
Alla fine di gennaio il Belgio aveva chiesto all’Unione europea di adottare delle sanzioni contro il Ruanda, accusato di aver violato la sovranità della Rdc. In precedenza, nel novembre 2024, il governo belga non aveva sostenuto un pacchetto di nuovi aiuti da venti milioni di euro per Kigali.
A febbraio il Ruanda aveva poi annunciato la sospensione dei programmi belgi di aiuti allo sviluppo.
“Il Belgio si è schierato in un conflitto regionale africano, usando bugie e manipolazioni per mettere in cattiva luce il Ruanda, con l’obiettivo di destabilizzare il paese e la regione”, ha affermato il ministero degli esteri ruandese.
“La decisione odierna riflette l’impegno del Ruanda a difendere i propri interessi nazionali e i principi di sovranità, pace e rispetto reciproco”, si legge nel comunicato.
I diplomatici belgi dovranno lasciare il paese entro quarantott’ore.
Intanto, il 17 marzo l’Unione europea ha adottato delle sanzioni contro i vertici dell’esercito ruandese e contro un funzionario del settore minerario.
Kinshasa accusa il Ruanda di voler mettere le mani sulle risorse naturali delle province del Nord e del Sud Kivu, mentre Kigali smentisce e afferma di voler sradicare i gruppi armati che considera una minaccia alla sua sicurezza, in particolare le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), attivi nell’est della Rdc.