L’Azerbaigian e l’Armenia hanno annunciato il 13 marzo di aver raggiunto un’intesa su un accordo di pace che metterà fine a un conflitto che dura da più di trent’anni e che ha causato due guerre aperte tra i due paesi.

“I negoziati per un accordo di pace con l’Armenia si sono conclusi con successo”, ha dichiarato alla stampa il ministro degli esteri azero Jeyhun Bayramov.

Poco dopo la diplomazia armena ha confermato che “un accordo di pace è pronto per essere firmato” e che restano solo da stabilire “data e luogo della firma”.

L’Armenia ha però criticato l’Azerbaigian per aver fatto un annuncio unilaterale, invece di farne uno congiunto.

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha comunque definito l’intesa “un passo importante”.

“Si tratta di un compromesso, come dovrebbe essere qualunque accordo di pace”, ha aggiunto.

I due paesi hanno combattuto due guerre per il controllo della regione del Nagorno Karabakh, la prima vinta dall’Armenia dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la seconda vinta dall’Azerbaigian nel 2020.

L’esercito azero ha poi riconquistato l’intera regione, strappandola ai separatisti armeni, con un’offensiva lampo nel settembre 2023.

Oltre alle due guerre e all’offensiva lampo del 2023, a partire dal 1991 si è registrata una moltitudine di scontri transfrontalieri. La Russia, l’Unione europea e gli Stati Uniti sono stati coinvolti in vari tentativi di mediazione.

L’Azerbaigian, più ricco e più forte militarmente dell’Armenia grazie alle ricchezze petrolifere e all’alleanza con la Turchia, ha preteso e ottenuto da Erevan un impegno a modificare la costituzione armena, che menziona il Nagorno Karabakh.

L’Armenia aveva già riconosciuto la sovranità dell’Azerbaigian sulla regione.

In seguito all’offensiva lampo azera del settembre 2023, la quasi totalità della popolazione di etnia armena del Nagorno Karabakh, circa centomila persone, aveva lasciato la regione.

L’Armenia ha più volte accusato la Russia di non ha averla aiutata nel conflitto con l’Azerbaigian, nonostante la loro alleanza militare. Di conseguenza, Erevan punta ora a entrare nell’Unione europea.