All’inizio degli anni settanta il produttore Craig Gilbert convince la neonata emittente televisiva Pbs a trasmettere un documentario a puntate su una famiglia americana qualsiasi. Protagonisti sono i Loud di Santa Barbara: il padre Bill, la madre Pat, quattro figli che vivono con loro e un quinto, Lance, che vive a New York. Il produttore, affiancato da due registi e quattro montatori, segue la famiglia Loud in ogni momento della giornata, raccogliendo circa trecento ore di girato. Quando i genitori vanno a trovare Lance, il loro primogenito, a New York, lui rivelerà davanti alle telecamere la sua omosessualità. Sempre davanti all’obiettivo, Pat chiederà a Bill di andarsene da casa e darà avvio alle pratiche per il divorzio. Così, An american family, che avrebbe dovuto essere il ritratto della perfetta famiglia statunitense, diventa una cinica istantanea del suo disfacimento, portando in televisione per la prima volta un coming out, in anni in cui l’omosessualità era ancora considerata una malattia mentale, e una richiesta di divorzio da parte di una donna. Questo è il primo episodio di Spectacle, un bellissimo pod­cast di Neon Hum che racconta la storia della tv verità e di come i diversi reality, da An american family fino a Queer eye, siano stati in grado di raccontare i cambiamenti sociali in atto meglio di qualsiasi altra forma di spettacolo. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1419 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati