Un giorno la scrittrice statunitense Abigail Kafka decide di cominciare un percorso di psicoterapia. Durante le prime sedute racconta della sua adolescenza tormentata, durante la quale, verso la fine degli anni novanta, le era stato diagnosticato un disturbo bipolare. Era stata sottoposta a diverse cure farmacologiche fino a quando, quasi vent’anni dopo, uno psichiatra l’aveva aiutata ad abbandonare progressivamente i farmaci. Da quel momento la sua vita era diventata più serena. Per Kafka le difficoltà affrontate nel corso degli anni erano dovute alla “malattia” che i farmaci avevano in qualche modo curato. Ma in realtà era il contrario: i medicinali avevano causato le sue difficoltà e, come a milioni di altre persone, le era stato diagnosticato un disturbo che in realtà non aveva. Negli anni novanta l’arrivo sul mercato di nuovi farmaci antipsicotici e l’inserimento di un’inedita definizione del disturbo bipolare nel manuale diagnostico statistico aveva portato a un’esplosione di diagnosi simili, con lo scopo di semplificare la vita dei terapeuti attraverso la sedazione dei sintomi e delle persone che li manifestavano. (Mis)Diagnosis: bipolar disorder, un podcast diviso in tre espisodi, parte da una vicenda personale per mettere in discussione i fondamenti scientifici delle diagnosi psichiatriche. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati