Quando ci siamo incontrati per pranzo in un freddo pomeriggio nel Flatiron district di New York, il grande maestro statunitense Hans Niemann non usciva dal suo appartamento da quattro giorni, che aveva passato giocando con il suo robot da ping pong, ordinando cibo a domicilio ed esercitandosi a scacchi. Si era dedicato a cercare novità nell’antico gioco e analizzare le sue debolezze. Capace di giocare per dieci ore al giorno, sempre con una serie di sparring partner a portata di telefono, Niemann, 21 anni, oggi dovrebbe godersi la gloria di una giovane e brillante carriera scacchistica. Nel 2019 era al 1.157° posto della classifica mondiale: oggi è al ventunesimo. Ma nel corso di questa sua febbrile ascesa Niemann ha anche coltivato una reputazione da anti-eroe, pronto al conflitto e alla polemica. Un’operazione che sembra intenzionale e straordinariamente efficace. Arriva in ritardo, con la chioma scompigliata e una polo stropicciata. Ha scelto Mari Vanna, un ristorante russo vicino a Gramercy park. Oggetti d’epoca, cimeli e matrioske riempiono gli scaffali, alle pareti sono attaccate le decorazioni natalizie, tende di pizzo coprono le finestre e siedo su una poltrona floreale con il cuscino abbinato.

La clausura di Niemann è parte di quella che lui definisce la sua “orchestrazione del destino”, uno sforzo per riabilitarsi dopo lo scandalo che l’ha portato sulle prime pagine dei giornali con l’accusa di aver barato, e che continua ad agitare il mondo dello scacchismo d’élite. Si descrive come un sopravvissuto, che illumina le verità e supera gli ostacoli posti dai suoi “più grandi nemici”. L’unica salvezza possibile ora è diventare campione del mondo. “Voglio ristabilire l’equilibrio e voglio farlo sulla scacchiera”, mi dice, spingendosi all’indietro sullo schienale della sedia.

Quell’equilibrio è andato perso nel settembre 2022, quando Niemann, allora diciannovenne, ha sconfitto Magnus Carlsen – il numero uno al mondo e probabilmente il miglior giocatore di tutti i tempi – in una partita del prestigioso torneo Sinquefield cup a St. Louis. Ma i festeggiamenti sono durati poco. Carlsen si è ritirato dal torneo per protesta e ha accusato implicitamente Niemann di aver barato, affermando in seguito che “i suoi progressi sulla scacchiera sono stati anomali” e che durante la partita “non era né teso né del tutto concentrato”. Niemann ammette di aver imbrogliato in alcune partite online, quando aveva tra i dodici e i sedici anni, ma nega fermamente di aver mai barato in una gara faccia a faccia. Alcuni hanno ipotizzato che Niemann ricevesse indicazioni sulle mosse da un complice attraverso un dispositivo nascosto, ma non ci sono prove. Una sofisticata teoria, amplificata da Elon Musk che l’ha diffusa sui social a più di cento milioni di follower, parlava di “perline anali”. Si è trattato del più grande scandalo scacchistico dal toiletgate del 2006 (che riguardava possibili consultazioni telefoniche in bagno) o il jeans­gate del 2024 (una violazione del codice di abbigliamento, che vieta d’indossare i jeans). Ed è così che Niemann è stato esiliato dal suo mondo protetto. In seguito ha fatto causa a Carlsen e ad altri per diffamazione e associazione a delinquere, chiedendo cento milioni di dollari di danni. La denuncia alla fine è stata archiviata e le parti in causa hanno raggiunto un accordo riservato. Dopo quel caso avevo chiesto a Niemann se, con il senno di poi, sarebbe stato disposto a parlare della questione. Passati quindici mesi mi ha risposto: “Sono pronto per questo pranzo”.

Strategie e complotti

L’origine degli scacchi di solito viene fatta risalire a 1.500 anni fa, a un gioco indiano chiamato chaturanga, che si dice fu inventato per simulare le strategie militari. Oggi le abilità scacchistiche sono spesso considerate sinonimo di intelligenza. Gli scacchi sono stati e sono tuttora oggetto di un pluridecennale assalto da parte dell’intelligenza artificiale, che raggiunse il suo apice negli anni novanta quando un supercomputer dell’Ibm sconfisse il campione del mondo Garry Kasparov. Ma se oggi un telefono è un giocatore molto più forte di qualsiasi essere umano, gli algoritmi sono usati anche per riconoscere chi bara. Nella sua storia recente il gioco ha attraversato un periodo di boom, alimentato dal lockdown, dal grande successo della serie La regina degli scacchi e da alcuni carismatici youtuber e ora è diffuso tra un pubblico entusiasta di giovani da altrettanto entusiasti giovani grandi maestri.

Esistono gli influencer dello scacchismo, e Niemann vuole essere uno di loro: “Un giovane che sfida la vecchia guardia”, dice lui. E cita la Electronic sports world cup (Coppa del mondo di videogiochi), che si terrà l’estate prossima in Arabia Saudita, alla quale di recente sono stati ammessi anche gli scacchi. “Lì ci sono un sacco di soldi”, dice. Premi da un milione e mezzo di dollari. Potrebbe anche essere l’occasione di una rivincita con Carlsen, che è l’ambasciatore globale dell’evento.

“Sono un soldato in guerra. E la guerra non è finita. Quando finirà ti chiamerò”

Qualunque cosa Niemann avesse fatto a St. Louis e prima di allora, nell’ottobre del 2022 il sito chess.com – arena di gioco, piattaforma di notizie e superpotenza dello scacchismo – l’aveva messo al bando diffondendo un rapporto tecnico di 72 pagine in cui spiega che il giocatore ha “probabilmente barato” in più di cento partite online (è stato riabilitato nell’agosto 2023). Niemann trova ridicolo il contenuto del documento. “Se quel rapporto fosse stato presentato a una rivista scientifica, si sarebbero messi a ridere”, dice. La Federazione internazionale degli scacchi (Fide) ha promesso di arginare la “piaga” degli imbrogli. Il Saint Louis chess club, centro finanziario e culturale del gioco negli Stati Uniti, ha smesso di rispondere alle sue email, mi racconta.

Niemann ci vede un conflitto d’interessi: chess.com ha recentemente acquistato l’azienda di Carlsen, Play magnus, per 82,9 milioni di dollari. Circa un anno fa Niemann ha partecipato insieme al suo avvocato a una sfiancante intervista condotta da Piers Morgan, morbosamente ossessionato dai dettagli del presunto complotto (“Hanno esplorato le cavità corporee?”). Durante l’intervista la parola “anale” è stata pronunciata spesso. Niemann sa rimanere impassibile. “Il tempo mi darà ragione”, dice. Forse sì, dico io, ma anche il successo sulla scacchiera. “Ovvio”, aggiunge lui. Eppure paragona le sanzioni contro di lui, e le difficoltà che ne sono derivate, alle tappe di un tentato omicidio. “Sono dovuti andare fino in fondo, perché se io fossi sopravvissuto avrei raccontato la mia versione della storia”.

Mari Vanna non è il ristorante preferito di Niemann (non vuole che le persone lo trovino qui), ma gli piace. Il cameriere Volodymyr porta gli antipasti e li incastra in modo precario tra le decorazioni del tavolo. Il blini con salmone è la cosa migliore che mangiamo. I ravioli khinkali (ne dividiamo una porzione) hanno un aspetto gradevole, quasi come pezzi degli scacchi.

Una vita in torneo

Niemann è nato a San Francisco, poi ha trascorso una parte della sua infanzia nei Paesi Bassi. È lì che ha imparato a giocare, all’età di otto anni, in una scuola per bambini prodigio. Tra le sue passioni d’infanzia gli scacchi si contendevano il posto con la pallanuoto. In seguito, dopo essere tornato negli Stati Uniti e poi sulla costa orientale, ha frequentato la prestigiosa Columbia grammar & preparatory school. Per questo in molti pensano che sia ricco di famiglia, ma lui ci tiene a dirmi che era entrato lì con una borsa di studio. I soldi se li è guadagnati da solo dando lezioni di scacchi ai molti “ricchi mecenati degli scacchi” in città “disposti a pagare tariffe esorbitanti”.

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A sedici anni era economicamente indipendente e viveva da solo. A diciassette era già un grande maestro degli scacchi. A 21 anni è fastidiosamente sicuro di sé. “Lo dico con umiltà: sono il più grande talento statunitense”, afferma (in realtà è al sesto posto negli Stati Uniti, anche se è molto più giovane di quelli che lo precedono in classifica). In seguito alla vicenda di St. Louis, Niemann è stato allontanato dalla strada spianata che normalmente attende un giovane giocatore di talento.

Il successo economico negli scacchi dipende dalle sponsorizzazioni e dagli inviti ai tornei con ingenti premi in denaro, che a loro volta possono portare a raggiungere uno status prestigioso su internet. “Nel mondo degli scacchi, quando sei dentro il club gli inviti arrivano”, dice Niemann. Dal settembre 2022 ne ha ricevuti pochini. “Sono capaci di escludermi segretamente da tutti questi tornei senza alcuna trasparenza”. Secondo i suoi calcoli, questo gli avrebbe causato perdite di centinaia di migliaia di dollari solo a St. Louis. E così ha cercato freneticamente tutti i “peggiori tornei del mondo”, eventi aperti nei quali era solitamente il primo classificato, spesso con un margine molto ampio, con molto da perdere e poco da vincere. È stato un periodo di aeroporti remoti, alberghi malfamati, premi in denaro scarsi, molti caffè e una debilitante infezione all’orecchio.

Niemann è uno scacchista, quindi deve giocare a scacchi. “Ero già abituato alle sofferenze e all’infelicità”, dice. Più di tutto ricorda con affetto i suoi giorni da ragazzo, quando era uno “zingaro nomade degli scacchi”, che scappava dal liceo per andare a giocare in Serbia, alloggiando in un ostello affollato e squallido e sopravvivendo con panini da tre dollari. “Ero davvero felice”, afferma. Immagina i suoi compagni di classe a scuola a studiare, e sorride.

Dopo lo scandalo, Niemann ha viaggiato in giro per il mondo partecipando a vari tornei di scacchi. A Douglas, sull’isola di Man, è stato visto su una spiaggia che gridava: “Io sono il migliore! Io sono il re del mondo!”. A Uralsk, nel nordovest del Kazakistan, a circa trenta chilometri dal confine russo, il personale dell’albergo vedendo il suo passaporto statunitense ha sospettato che fosse una spia.

In quel periodo Niemann ha cominciato a perdere posizioni nella classifica mondiale, scivolando dal trentacinquesimo posto verso l’ottantesimo. Quando era in Kazakistan, da solo, si chiedeva: “Com’è potuto succedere?”. Alla fine ha creato lui stesso delle competizioni, opportunamente chiamate “Hans Niemann against the world” (Hans Niemann contro il mondo). Si è trattato di una serie di estenuanti partite che si sono tenute l’anno scorso contro alcuni dei più importanti grandi maestri, della durata di cinque giorni ciascuna, nelle quali si combinavano diverse varianti degli scacchi. Con le unghie e con i denti ha risalito la china conquistando il sedicesimo posto nella classifica mondiale, il suo record personale. “Questo sarà un anno molto importante”, dice. “Le loro sanzioni stanno perdendo effetto. Giocherò molto spesso”.

Gli chiedo se, magari facendo una fila in aeroporto o durante il check-in in un albergo, abbia mai preso in considerazione l’idea di fare qualcos’altro nella vita. Ride. “Sono un soldato in guerra. E la guerra non è finita. Quando finirà ti chiamerò”. Nella visione di Niemann il mondo degli scacchi d’élite è un’isola misteriosa fatta di istituzioni, abitanti e regole tutte sue. Quando ne parla dice che lui ci si sente in trappola e che sta pianificando la fuga. “Sto cercando di costruire un tunnel”, dice. Ma costruire tunnel può essere una cosa distruttiva.

Durante un torneo nel 2023, dopo aver perso alcune partite frustranti, ha danneggiato vari oggetti nella sua stanza d’albergo. In particolare: un paio di telecomandi, una lampada e una cornice in vetro che ha mandato in frantumi con una scarpa. È stato uno scatto d’ira alquanto oneroso, che gli è costato una penale da cinquemila dollari e un altro anno di esclusione dal Saint Louis chess club. “In altri sport saresti celebrato come un figo. Negli scacchi invece…”. Niemann s’interrompe. Levy Rozman, popolare influencer noto come GothamChess, in un’intervista del settembre 2024 gli ha detto: “La tua rovina, giustificata o meno, sta nel tuo comportamento”. “Io dico la verità, e questa è una cosa molto pericolosa nel mondo di oggi”, ha risposto Niemann ringhiando. È tutta una messinscena, come suggerisce Rozman, una recita degna di un wrestler professionista che interpreta il ruolo del cattivo? È possibile. Di sicuro dietro c’è tanto allenamento.

Mentre mangiamo Niemann parla a me ma anche a se stesso, rafforzando il monologo interiore che alimenta il suo dramma. Prova un’intima soddisfazione, per esempio, al pensiero di aver visto la mano di un avversario tremare sulla scacchiera, proprio come Bobby Fischer gioiva quando demoliva il suo sfidante.

La sua “più grande ispirazione” è lui, Fischer, il leggendario giocatore statunitense che riuscì a inceppare la macchina dello scacchismo sovietico vincendo il campionato del mondo nel 1972. Si sforza di somigliare all’ex campione e sottolinea le “spaventose somiglianze” tra le loro vite: tutti e due da ragazzi hanno vissuto da soli a New York, entrambi sono stati vincitori dello stesso torneo a decenni di distanza, entrambi sono stati occasionalmente fraintesi, entrambi con un carattere difficile, entrambi tormentati da poteri oscuri ed entrambi fortemente critici nei confronti di questi ultimi. “Ha dovuto affrontare il Kgb e il comitato sportivo sovietico, e li ha sconfitti”, dice Niemann di Fischer. Perciò è fiducioso che anche lui potrà sconfiggere quelli che considera i suoi nemici.

Strategie e complotti

Niemann, però, sa anche che le cose non sono andate a finire bene per Fischer. Dopo la vittoria del campionato del mondo, sparì dalla vita pubblica e visse e morì in esilio. Fu punito dal governo statunitense per aver violato le sanzioni giocando una partita di un “campionato del mondo” non ufficiale in Jugoslavia. Durante una conferenza stampa sputò su una lettera del dipartimento del tesoro. Fischer negava l’Olocausto, glorificò gli attentati dell’11 settembre 2001 e, a detta di tutti, aveva perso il senno. Sì, Niemann è consapevole di tutto questo. Ma un certo grado di paranoia è necessario ai massimi livelli degli scacchi, afferma. Sulla scacchiera bisogna stare attenti a “ogni potenziale punto di attacco”, a tutte le minacce.

Questo atteggiamento può finire per dilagare anche in altre parti della vita. “È il prezzo degli scacchi”, dice. Ma si chiede anche: “Sono stati gli scacchi a far diventare pazzo Fischer, o gli scacchi l’hanno fatto restare sano?”. Volodymyr libera il tavolo. Il monologo raggiunge il suo apice. “Un giorno sarò campione del mondo, e questa gente rimarrà tutta in silenzio”, dice Niemann. “La vendetta si può consumare lentamente”. ◆ fdl

Biografia

2003 Nasce a San Fancisco, negli Stati Uniti.
2019 Si classifica tra i primi cento giovani giocatori di scacchi.
2021 Diventa grande maestro, il riconoscimento più alto attribuito a un giocatore dalla Federazione internazionale degli scacchi.
2022 Sconfigge Magnus Carlsen, il miglior scacchista di tutti i tempi, ma viene accusato di aver imbrogliato. In seguito fa causa a Carlsen.
2023 Dopo aver trovato un accordo legale con Carlsen, torna a giocare.


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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati