I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la giornalista freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.
Ma che bel libro! Leggendo l’introduzione e l’intervista che l’editore ha opportunamente incluso alla fine del racconto, si capisce che Valeria Usala teneva molto a scrivere la storia di Teresa. Non sempre quando si tiene molto a una storia particolare, si riesce a mantenere la giusta distanza per raccontarla, senza mettersi di mezzo e ostacolare il racconto stesso. L’autrice invece ci è riuscita pienamente e quello che rimane del suo sforzo è un bellissimo romanzo che, volendo, si legge in un pomeriggio, ma che è in grado di provocare nel lettore un brivido destinato a durare molto più a lungo. Non è immediato capire quando si svolge la storia: una scelta fatta per rafforzare l’idea che la vita di Teresa non è specifica di un’epoca. Ma non lo è neanche della Sardegna, che al contrario è molto presente. La storia di Teresa, o di Maria, o di entrambe, è una storia sarda ma universale, valida per tutti i posti piccoli, tutte le comunità, di qualsiasi paese del mondo. Nei miei vari viaggi, ho incontrato altre Terese e altre Marie, donne che soffrono simili agonie ma anche guidate dalla stessa determinazione delle due protagoniste di Valeria Usala. Dedicate qualche ora e qualche pensiero a loro, anche voi, quest’estate.
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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati