Il 25 febbraio più di mille artisti, tra cui Annie Lennox, Damon Albarn e Kate Bush, hanno pubblicato Is this what we want?, un album muto per schierarsi contro le modifiche alla legge sul diritto d’autore proposte dal governo britannico. La legge permetterebbe alle aziende nel settore dell’intelligenza artificiale (ia) di sfruttare liberamente i brani dei musicisti presenti su internet per addestrare i loro modelli, a meno che i titolari dei diritti decidano d’impedirglielo. Gli artisti temono gravi danni all’industria musicale e ai loro guadagni. L’album, sostenuto anche da Billy Ocean, dai componenti rimasti in vita dei Clash e da Jamiroquai, contiene registrazioni fatte in studi vuoti per comunicare l’assenza della creatività umana in un futuro dominato dall’ia. L’elenco dei titoli dei brani trasmette un messaggio chiaro: The British government must not legalise music theft to benefit ai companies, il governo britannico non deve legalizzare il furto musicale a beneficio delle aziende d’intelligenza artificiale. L’esecutivo sostiene che le leggi attuali limitano il potenziale delle aziende tecnologiche e che sta cercando un equilibrio tra ia e diritti d’autore. Tuttavia, persone come il compositore Max Richter avvertono che la norma impoverirebbe non solo i musicisti, ma anche scrittori e artisti visivi. Paul McCartney, Ed Sheeran e Sting hanno firmato una lettera di protesta, mentre la campagna Make it fair invita i cittadini a opporsi a queste modifiche.
Paul Glynn, Bbc

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Questo articolo è uscito sul numero 1603 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati