A settembre mia figlia di tre anni frequenterà la scuola dell’infanzia. È una bimba socievole e vorrei iscriverla alla scuola comunale insieme a un paio di compagni dell’asilo nido. Mia moglie invece vorrebbe tenerla nello stesso istituto privato 0-6 anni che frequenta dall’età di un anno e dove è certa che continuerà a trovarsi bene. È un cambiamento così grande per la sua età? –Alberto

Cambi di scuola frequenti non sono ideali per i bambini, perché affrontare più inserimenti può essere destabilizzante. Lo sanno bene le famiglie che devono trasferirsi spesso per lavoro. Ma anche solo spostare una bambina in un altro istituto o un’altra classe prima della fine dell’anno scolastico non è l’ideale e andrebbe fatto solo per motivi imprescindibili. Lavorare in un gruppo già formato può essere faticoso. Detto questo bisogna anche stare attenti a non cadere nell’eccesso opposto: lasciare i figli nello stesso istituto per più cicli scolastici, magari perfino con gli stessi compagni, li priva della possibilità di imparare ad adattarsi a nuove condizioni, nuovi spazi, nuovi ambienti sociali. E a imparare a ricominciare. Nel caso di vostra figlia di tre anni, non credo proprio che il cambiamento possa destabilizzarla: alla sua età il mondo è un luogo sempre nuovo e l’unica certezza siete voi genitori. È comprensibile che tua moglie preferisca proseguire su una strada rassicurante, ma scoprire la capacità di adattamento di vostra figlia potrebbe essere una bella sorpresa anche per lei.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1602 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati