Il 18 febbraio l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro è stato incriminato per aver pianificato un tentativo di colpo di stato, il cui obiettivo era impedire l’insediamento del suo successore Luiz Inácio Lula da Silva.

La procura ha annunciato in un comunicato l’incriminazione di Bolsonaro, in carica dal 2019 al 2023, e di altre trentatré persone coinvolte nel presunto piano per “sovvertire la democrazia”.

L’atto d’accusa è stato trasmesso al tribunale supremo federale, che dovrà decidere se aprire un processo. In base al testo, Bolsonaro è accusato di “pianificazione di un colpo di stato”, di “tentativo di sovvertire con la violenza lo stato di diritto democratico” e di “organizzazione criminale armata”.

In caso di processo, l’ex presidente rischia una condanna tra i dodici e i quarant’anni di prigione.

Secondo la procura, la cospirazione “è stata guidata dal presidente Bolsonaro e dal suo candidato vicepresidente Walter Braga Netto, che, insieme ad altre persone, sia civili sia militari, hanno cercato d’impedire l’attuazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 2022”.

Il piano, chiamato Pugnale verde e giallo (i colori della bandiera brasiliana), prevedeva di assassinare Lula, l’attuale vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice del tribunale supremo federale Alexandre de Moraes.

Avrebbe dovuto essere eseguito da membri delle forze speciali dell’esercito prima dell’insediamento di Lula, il 1 gennaio 2023.

Secondo gli inquirenti, il colpo di stato non si è concretizzato a causa del mancato sostegno dei principali comandanti dell’esercito brasiliano.

Bolsonaro avrebbe anche partecipato alla stesura di un decreto, mai emanato, che prevedeva la proclamazione dello stato d’assedio e l’annullamento delle elezioni presidenziali, vinte da Lula nell’ottobre 2022.

Secondo la procura, un “ultimo tentativo” di colpo di stato si è poi verificato l’8 gennaio 2023, con la rivolta di Brasília, che ha ricordato l’assalto al congresso del 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti.

La difesa di Bolsonaro ha reagito all’incriminazione dicendosi “sbalordita” e “indignata”, e affermando in un comunicato che l’ex presidente “non ha mai partecipato a un piano per distruggere la democrazia brasiliana”.

Bolsonaro, 69 anni, a cui dal febbraio 2024 è vietato di lasciare il paese, è stato dichiarato ineleggibile fino al 2030 per aver diffuso false informazioni sul sistema di voto elettronico.