06 novembre 2014 10:46

Un paio di giorni fa nella mia bacheca su Facebook è comparso questo video:

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Si vede una leghista che, andata a visitare provocatoriamente, credo, un campo rom, viene cacciata in malo modo da due ragazzine. L’aveva ripostato un mio ex alunno di qualche anno fa, diventato nel frattempo un militante di Forza Italia, prendendolo dalla bacheca di Matteo Salvini, il leader della Lega, il quale lo commentava con queste parole:

Stamattina a Bologna. A questa gente che AGGREDISCE e insulta i leghisti, la Sinistra emiliana (a spese di tutti gli italiani) offre gratis acqua, luce e gas! Altro che integrazione! Un voto alla Lega è un voto per chiudere e sgomberare tutti i campi rom

Mi sono così studiato con acribia l’account Facebook di Salvini. I suoi (molti, più di una decina al giorno) post hanno una media di diecimila like e almeno un migliaio di condivisioni ciascuno. Il che vuol dire che alcuni ne hanno ventimila o trentamila. Per fare un confronto: i post di Grillo, un altro compulsatore di Facebook, girano su cifre che sono all’incirca un decimo. Quelli di Renzi sono invece molto più radi – tre, quattro a settimana – e anche questi stanno al di sotto dei numeri di Salvini.

Il post con il video in questione, nel momento in cui scrivo, ha 41.980 like e 33.178 condivisioni. Un counter non so quanto attendibile mi dà 2.264.270 visualizzazioni. Ovviamente, a questa valanga di attenzione corrisponde anche uno sproposito di commenti, circa 14mila, con una notifica di nuovo ogni 30 secondi.

È un esercizio forse prevedibile ma interessante leggere questi commenti.

Si può citare a caso: “bruciateli vivi senza pietà”, “ecco una soluzione ai problemi d’integrazione” (con immagine annessa)

“un bel lanciafiamme e risolverei il problema”, “Solo il FUOCO… Fuori dall’Italia!”, “Immondizia umana”, “apriamo i forni e bruciamoli tutti, razza di m---a”, “il duce deve risorgere”, “il NAPALM ci vorrebbe”, “5/6 forni bisognerebbe riaprire”

“Datemi l autorizzazione ve lo sgomberiamo noi quel campo!!!!! In 10 min facciamo un bel lavoro pulito pulito”, “Alle docce!!!”, “Tutti nei termovalorizzatori per alimentare il teleriscaldamento, così i nostri figli non soffriranno il freddo nelle aule scolastiche e queste merde potranno finalmente servire a qualcosa”, “Per un mondo più pulito torni in vita Zio Benito”, “Signori miei l’unica soluzione è la benzina !!!”, “…io invece sono a favore dell’integrazione….. integriamoli nelle strutture del cemento armato delle costruzioni!!!”, “hai ragione, in effetti i rom possiamo tenerli per le sperimentazioni dei farmaci”, “Hitler non ha finito il suo lavoro, peccato…”.

Eccetera.

Ovviamente, tra le migliaia, ci sono anche commenti di tenore molto diverso, critiche accese a Salvini e alla Lega, gente che incita le ragazzine rom a darle più forte la prossima volta alla leghista di turno, e perfino commenti di ragazzi rom e sinti che controbattono agli insulti.

Ma l’interrogativo che mi ponevo è sulla politica di Facebook rispetto a quello che viene postato nelle sue pagine. Ho provato, per esempio, a segnalare come inappropriati alcuni di questi commenti o le relative immagini, quelle che invitavano alla combustione di esseri umani, per essere chiaro. Ovviamente, invano.

Proprio l’altro giorno, però, Facebook decideva di segnalare e censurare una delle foto della gallery di Internazionale sulla Leica. Questa:

Naked in paradise, Svizzera, 1998. (Michael von Graffenried)

Mi chiedevo allora, quali sono le regole di questo social network? È una questione di libertà di pensiero dare spazio all’odio razziale più primitivo? Sarebbe tacciata di censura nei confronti di un movimento politico se rimuovesse alcuni di questi post o di questi commenti?

E più in generale mi domandavo ancora: a quanto traffico è disposto a rinunciare Facebook eliminando questa robaccia?

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