22 settembre 2017 14:44

Non c’è soltanto la Francia, dove il Front national si è nuovamente spaccato con l’uscita di Florian Philippot. In tutta Europa, con l’eccezione tedesca, le nuove estreme destre si stanno indebolendo dopo un’ascesa che sembrava inarrestabile.

Succede nel Regno Unito e in Scandinavia, ma anche nei Paesi Bassi, e la prima ragione di questo fenomeno è che i partiti di estrema destra avevano accolto correnti molto diverse tra loro. Tra i ranghi della destra radicale, nascosti ma molto attivi, ci sono i neonazisti, antisemiti e convinti della superiorità dei bianchi e dell’inferiorità delle altre razze. Tuttavia questi imbecilli non avrebbero avuto un grande peso se le nuove estreme destre non avessero mobiliato anche altre due correnti, ben più influenti all’interno dell’opinione pubblica europea.

Una strana convergenza d’interessi
La prima è quella del sovranismo, del rifiuto dell’idea di unità europea considerata contraria al patriottismo e alla difesa degli interessi nazionali. La seconda è quella dell’ostilità verso qualsiasi evoluzione del diritto del lavoro, delle regole sociali e dell’equilibrio tra pubblico e privato, sostanzialmente un’ostilità nei confronti di quello che chiamiamo sbrigativamente liberalismo. Nel primo caso l’obiettivo è difendere la sovranità nazionale, mentre nel secondo è quello di proteggere le conquiste sociali degli anni tra il 1946 e il 1975.

Il rifiuto dell’immigrazione, dell’islam e dei profughi cementa questi diversi orientamenti all’interno dello stesso movimento patriottico e nazionale, ma resta il fatto che queste formazioni riuniscono thatcheriani appassionati e veri difensori dello stato sociale, che chiaramente non hanno nulla in comune tra loro.

Le estreme destre si ritrovano improvvisamente private del loro concime, il capro espiatorio europeo

Evidentemente questa spaccatura era destinata a emergere e a far crollare l’edificio, ma c’è un altro motivo dietro la crisi di queste formazioni: la situazione globale. Con Trump alla Casa Bianca, Putin al Cremlino e il ripetersi degli attentati jihadisti, l’opinione pubblica europea tende ormai a superare il suo scetticismo nei confronti del funzionamento dell’Unione e a comprendere la necessità di un’affermazione politica dell’Europa.

Le estreme destre si ritrovano improvvisamente private del loro concime, il capro espiatorio europeo che gli permetteva di sedurre l’elettorato oltre le frontiere nazionali, soprattutto ora che la Brexit non ha portato alcun vantaggio ai britannici.

Anche se molto divisa, l’estrema destra tedesca il 24 settembre farà il suo ingresso al Bundestag, perché è l’unica alternativa di destra alla coalizione centrista che governa la Germania da molto tempo. Questo farà molto scalpore e alimenterà la preoccupazione generale, perché nessuno vorrebbe vedere l’estrema destra rinascere proprio in Germania. Ma l’eccezione, alla fine, non farà che confermare la regola. A cominciare dal Front national, le estreme destre europee non hanno più il vento in poppa.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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