Serendipità

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Il termine serendipità[1] indica l'occasione di fare scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra. Il termine fu coniato in inglese (serendipity) da Horace Walpole nel XVIII secolo e rientra pertanto nel novero delle parole d'autore.[2] La serendipità viene spesso concettualizzata dagli studiosi come un tipo particolare di fortuna, che emerge da una combinazione di ricerca, contingenza e conoscenza pregressa. Sebbene dunque il concetto di serendipità sia indissolubilmente legato a quello di incertezza, la serendipità richiede una buona sintesi di preparazione e apertura verso il nuovo attraverso meccanismi di dubbio generativo.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine deriva da Serendip, l'antico nome persiano dello Sri Lanka[4], che è derivato dal sanscrito Siṃhaladvīpaḥ (Siṃhalaḥ, Sri Lanka + dvīpaḥ, isola).[5] Il termine fu coniato dallo scrittore Horace Walpole che lo usò in una lettera scritta il 28 gennaio 1754 a Horace Mann, un suo amico inglese che viveva a Firenze, nel senso di una fortunata scoperta non pianificata. Walpole spiegò una scoperta inaspettata che aveva fatto su un dipinto perduto di Bianca Cappello di Giorgio Vasari[6] con riferimento a una fiaba persiana "Tre prìncipi di Serendippo" rielaborata e tradotta in italiano da Cristoforo Armeno[7] nel cui racconto i tre protagonisti trovano sul loro cammino una serie di indizi, che li salvano in più di un'occasione. La storia descrive le scoperte dei tre prìncipi come intuizioni dovute sì al caso, ma anche alla loro sagacia, uno spirito acuto e alla loro capacità di osservazione:

«È stato una volta che lessi una favoletta dal titolo I tre prìncipi di Serendippo. Quando le loro altezze viaggiavano, continuavano a fare scoperte, per accidente e per sagacia, di cose di cui non erano in cerca: per esempio, uno di loro scoprì che un mulo[8] cieco dall'occhio destro era passato da poco per la stessa strada, dato che l'erba era stata mangiata solo sul lato sinistro, dove appariva ridotta peggio che sul destro - ora capisce la serendipità? Uno dei più ragguardevoli esempi di questa casuale sagacia (lei deve infatti notare che nessuna scoperta di cosa che si stia cercando può ricadere sotto tale descrizione) è stato quello del mio Lord Shaftesbury, il quale, capitato a pranzo dal Lord Chancellor Clarendon, si accorse del matrimonio del duca di York e di Mrs. Hyde, dal rispetto con cui la madre di quest'ultima trattava la figlia a tavola.»

Oltre a essere indicata come sensazione, la serendipità indica anche il tipico elemento della ricerca scientifica. Come suggerito dal sociologo Statunitense Robert K. Merton nel 1948[10], quando spesso scoperte importanti avvengono mentre si stava ricercando altro. Portando alle estreme conseguenze il concetto di serendipità/casualità delle scoperte scientifiche, in contrapposizione al metodo dell'indagine sistematica, si può arguire che in ogni scoperta, come del resto in ogni aspetto della vita reale, deve essere insito qualche elemento di casualità: se il ricercatore sapesse già esattamente quello che sta cercando, non avrebbe bisogno di cercarlo, bensì gli basterebbe avere una conferma di una realtà che già prevede esista. In questo senso una nuova scoperta scientifica ottenuta mediante intuizione o serendipità da un ricercatore è cosa sostanzialmente diversa rispetto all'ottenimento di una conferma sperimentale di un evento mai prima osservato, ma previsto – da uno scienziato – in base all'estrapolazione di una teoria basata sull'interpretazione di altri eventi noti correlati. In questo caso infatti l'oggetto della ricerca sarebbe il tentativo di validare una teoria – cioè una rappresentazione astratta del mondo reale –, quindi non la realtà in sé del mondo sottostante.

Una famosa frase per descrivere la serendipità è del ricercatore biomedico americano Julius H. Comroe:

(EN)

«Serendipity is looking in a haystack for a needle and discovering a farmer's daughter.»

(IT)

«La serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.»

Serendipità in sociologia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la teoria sociologica del funzionalista Robert K. Merton, la serendipità si può descrivere come manifestazione positiva del più ampio effetto delle conseguenze inattese. Essa può essere, dunque, considerata come strumento conoscitivo o meglio come vero e proprio metodo di ricerca scientifica. Compito del ricercatore sarà quindi la ricerca attenta di effetti non previsti che possono portare alla formulazione di un nuovo paradigma teorico o ampliare notevolmente una pregressa.[10]

Serendipità in economia[modifica | modifica wikitesto]

Ikujiro Nonaka (1991, p. 94 November-December issue of HBR) fa notare che il concetto di serendipità nell'area della innovazione è altamente riconosciuto dai manager e dalle imprese giapponesi che lo collegano anche alla capacità di "intercettare le riflessioni, intuizioni, impressioni personali dei singoli lavoratori e metterle al servizio dell'intera società, provandone l'efficacia nel contesto d'impresa" ("tapping the tacit and often highly subjective insights, intuitions, and hunches of individual employees and making those insights available for testing and use by the company as a whole").

Serendipità e letteratura[modifica | modifica wikitesto]

«Quando si scrive una poesia è frequente la serendipità: miri a conquistare le Indie e raggiungi l'America.»

Serendipità nel cinema e nella musica[modifica | modifica wikitesto]

Scoperte e invenzioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ormai diffusamente attestato nei vocabolari della lingua italiana, talvolta con la specifica di "non comune": cfr. Hoepli (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2012). o Sapere., ad nomen.
  2. ^ Massimo Fanfani, Parole d'autore, Enciclopedia dell'Italiano (2011), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
  3. ^ M. Balzano, Serendipity in Management Studies: A Literature Review and Future Research Directions, in Management Decision, vol. 60, n. 13, 2022, pp. 130-152, DOI:10.1108/MD-02-2022-0245.
  4. ^ Oxford English Dictionary, voce "serendipity"
  5. ^ (EN) serendipity, su thefreedictionary.com, The Free Dictionary.
  6. ^ (EN) Silvia Davoli, The creation of the word ‘serendipity’, su strawberryhillhouse.org.uk, Strawberry Hill House & Garden, 2 luglio 2018. URL consultato il 20 maggio 2019 (archiviato il 6 luglio 2018).
  7. ^ Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo, per opra di M. Christoforo Armeno dalla Persiana nell'Italiana lingua trapportato, 1557.
  8. ^ anche se il racconto originale si riferiva a un cammello, Walpole nella sua lettera (evidentemente, ricordando male) parla di "mulo"
  9. ^ "I once read a silly fairy tale, called The Three Princes of Serendip: as their Highnesses traveled, they were always making discoveries, by accidents and sagacity, of things which they were not in quest of: for instance, one of them discovered that a mule blind of the right eye had traveled the same road lately, because the grass was eaten only on the left side, where it was worse than on the right — now do you understand serendipity? One of the most remarkable instances of this accidental sagacity (for you must observe that no discovery of a thing you are looking for, comes under this description) was of my Lord Shaftsbury, who happening to dine at Lord Chancellor Clarendon's, found out the marriage of the Duke of York and Mrs. Hyde, by the respect with which her mother treated her at table". Estratto dalla Horace Walpole's Correspondence di W. S. Lewis, Yale edition, riportato nel libro di Theodore G. Remer, Serendipity and the Three Princes, from the Peregrinaggio of 1557, Edited, with an Introduction and Notes, by Theodore G. Remer, Preface by W.S. Lewis. University of Oklahoma Press, 1965. LCC 65-10112
  10. ^ a b Fabrizio Martire, La sociologia di Merton: indeterminatezza dell’azione e delle strutture, in Quaderni di Sociologia, n. 50, 1º agosto 2009, pp. 95–120, DOI:10.4000/qds.764. URL consultato il 20 ottobre 2020.
  11. ^ La Repubblica 13/09/2011.
  12. ^ La scoperta del batterio che produce il colorante per jeans, su inbiochem.it. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  13. ^ La sintesi del concetto di tangible user interface (TUI): un esempio di serendipity., su tuisys.com. URL consultato il 1º maggio 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Balzano (2022), Serendipity in Management Studies: A Literature Review and Future Research Directions, Management Decision, vol. 60, n. 13, pp. 130-152.
  • Hendrik Willem van Loon (1937), Le Arti, dall'Oglio editore, Varese.
  • Dri P. (1994), Serendippo, Editori Riuniti, Roma.
  • Stefania Ricci (2006), Creatività a colori. Sillabe, Museo Salvatore Ferragamo
  • Merton Robert, K. Elinor, G. Barber (2002), Viaggi e avventure della Serendipity, Editore Il Mulino, Bologna.
  • Massimo Mongai (2007), Serendipità, istruzioni per l'uso, Robin Edizioni, Roma.
  • López, Guzmán (2009), Serendipity: ¿Por qué algunos tienen éxito y otros no?, Alienta Editorial
  • Anne Ancelin Schützenberger (2010), Il piacere di vivere, Di Renzo Editore
  • Telmo Pievani (2021), Serendipità. L'inatteso nella scienza, Raffaello Cortina Editore, Milano.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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