25 agosto 2016 17:05

Con il progetto Where time stands still, la fotografa slovacca Mária Švarbová (1988) crea delle istantanee fuori del tempo di luoghi familiari a molti di noi: le piscine pubbliche.

Attraverso la postproduzione digitale, Švarbová ci trasporta in una dimensione irreale e misteriosa, già amplificata da un ambiente asettico come la piscina.

La fotografa spiega così le sue scelte: “Uso colori pastello e sovraespongo le luci per portare lo spettatore in un mondo dove i personaggi si muovono come figure robotiche e passive, che passano da un’immagine a un’altra senza mostrare i loro sentimenti. È un luogo dove il tempo si è fermato e a chi nuota non resta che vedere il proprio riflesso nel perfetto specchio d’acqua della piscina”.

In questo lavoro Švarbová rielabora il concetto di sequenza narrativa, che normalmente fa riferimento al cinema e ai fumetti. Le sue scene a bordo piscina sono costruite mettendo in evidenza la plasticità dei personaggi e l’assenza di contrasti, in modo da far emerge solo una superficie in cui si perde la propria individualità.

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