09 febbraio 2016 18:09

Ci risiamo. Il 7 febbraio la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico intercontinentale (dicendo che si trattava della messa in orbita di un satellite), poche settimane dopo aver effettuato il suo quarto test nucleare (dichiarando che si trattava di una bomba all’idrogeno). Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha duramente condannato la cosa e anche la Repubblica popolare cinese, l’unico alleato della Corea del Nord, ha espresso il suo “dispiacere”.

Molto probabilmente le Nazioni Unite inaspriranno le sanzioni nei confronti dell’isolato regime di Kim Jong-un. L’Onu ha già imposto quattro volte sanzioni economiche e militari dai tempi del primo test nucleare nordcoreano nel 2006, ma Pyongyang continua a ignorarle.

Evidentemente il regime nordcoreano desidera così tanto le armi nucleari da essere disposto a subire gravi conseguenze pur di averle. Ma perché un paese così povero sta spendendo somme di denaro così elevate per essere in grado di colpire i suoi vicini – e persino gli Stati Uniti, visto che è a questo che servono i missili balistici intercontinentali (Icbm) – con armi nucleari?

Ecco una possibile spiegazione. Dopo il test del mese scorso il governo nordcoreano si è espresso così: “La repubblica popolare democratica di Corea (Dprk) è uno stato che ama sinceramente la pace e che ha fatto ogni sforzo per proteggere la penisola coreana dalla funesta ipotesi di una guerra nucleare statunitense. Gli Stati Uniti sono una banda di crudeli predoni che ha fatto di tutto per provocare un disastro nucleare in Corea. Con questo test la Repubblica popolare democratica di Corea è fiera di essere entrata a far parte del ristretto novero dei paesi dotati di armi nucleari. E il popolo coreano ha dato prova dello spirito di una nazione fiera e dotata del più potente deterrente nucleare esistente”.

Se Pyongyang usasse davvero armi nucleari contro un paese della regione, il regime sarebbe sterminato in poche ore

Ignoriamo la retorica ampollosa e gli eccessi linguistici e concentriamoci sulle parole chiave: il programma nucleare della Corea del Nord, dicono, esiste per “proteggere… la regione dalla… ipotesi di guerra nucleare… degli Stati Uniti” creando “il più potente deterrente nucleare esistente”.

Il governo nordcoreano crede davvero che gli Stati Uniti userebbero armi nucleari contro di esso e che l’unico modo di stare al sicuro è avere armi atomiche e missili balistici? È solo una misura difensiva? Certamente sì. Per quanto impulsivi, gli uomini della famiglia Kim – padre, figlio e nipote che hanno guidato la Corea del Nord in successione dinastica negli ultimi 68 anni – non erano pazzi. Non hanno mai cominciato una guerra perché sapevano che l’avrebbero persa e l’attuale presidente non comincerà certo una guerra nucleare.

Per farlo dovrebbe essere folle. La Corea del Nord possiede risorse sufficienti a costruire solo poche bombe all’anno. Inoltre non ha la tecnologia per essere sicura che i suoi missili non vengano abbattuti. Probabilmente non sarà mai in grado di colpire nemmeno la Corea del Sud o il Giappone, figuriamoci gli Stati Uniti.

Se il regime lanciasse armi nucleari contro uno qualsiasi di questi paesi, la gerarchia nordcoreana (oltre a vari milioni di cittadini del paese) sarebbe sterminata nel giro di poche ore. Gli Stati Uniti possiedono migliaia di testate nucleari. Ci vorrebbero solo alcune decine di queste, e di dimensioni relativamente piccole, per eliminare praticamente tutta la classe dirigente della Corea del Nord, che non avrebbe alcun modo di fermarli.

La Corea del Nord vive sotto la minaccia implicita del nucleare statunitense da quasi settant’anni

Una manciata di armi nucleari a bassa tecnologia non darebbe a Pyongyang nessuna capacità concreta di sferrare un attacco contro gli Stati Uniti o i suoi alleati. Ma le darebbe un deterrente nucleare piuttosto credibile.

Lanciare qualche bomba atomica contro una grande potenza nucleare è un atto suicida. Ma quelle poche bombe possono essere un ottimo deterrente contro un attacco da parte di quella grande potenza, perché offrono alla parte più debole la capacità di “vendicarsi dalla tomba”. Persino un paese potente come gli Stati Uniti si comporterà in maniera molto prudente di fronte alla possibilità che il nemico faccia arrivare anche solo una o due armi nucleari sul suo territorio.

La Corea del Nord vive sotto la minaccia implicita delle armi nucleari statunitensi da quasi settant’anni, e gli Stati Uniti non hanno mai promesso di non usarle contro di essa. La Corea del Nord sta semplicemente facendo quello che ha fatto il Pakistan negli anni ottanta e novanta per paura delle armi nucleari dell’India, o l’Iran per paura di quelle del Pakistan e di Israele negli ultimi quindici anni.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha ragione a cercare di bloccare il programma nucleare nordcoreano, e il successo delle sanzioni internazionali contro l’Iran è un precedente che fa ben sperare. Ma la Corea del Nord non è uno stato folle che pianifica un olocausto nucleare in cui sarebbe distrutta anch’essa. Il suo programma è una politica perfettamente razionale, anche se decisamente poco auspicabile, per un piccolo paese con un grande problema.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it