14 dicembre 2015 13:36

Nel quartiere musulmano Pk5 di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, il 14 dicembre sono state riaperte le urne per il referendum costituzionale cominciato il giorno prima. Le procedure di voto erano state interrotte a causa delle violenze scoppiate fuori da un seggio elettorale che hanno causato la morte di cinque persone e un’altra ventina sono rimaste ferite, di cui una gravemente.

I caschi blu dell’Onu e i soldati francesi in missione nel paese hanno collaborato per garantire la sicurezza nel quartiere. Anche in altre località della Repubblica Centrafricana ci sono stati degli scontri, soprattutto nel nord e nell’est del paese, secondo quanto riferito all’Agence France Presse da una fonte anonima all’interno del contingente militare delle Nazioni Unite, la Minusca.

La Repubblica Centrafricana sta affrontando la più grave crisi della sua storia dalla proclamazione della sua indipendenza, nel 1960: nel 2013 il movimento a maggioranza musulmana Séléka ha deposto l’ex presidente François Bozizé con un colpo di stato, ma all’inizio del 2014 l’intervento internazionale ha messo fine al potere dei ribelli. Sia tra i Séléka sia tra le milizie anti-balaka, diverse fazioni si sono opposte al processo elettorale e hanno cercato di dissuadere la popolazione dal partecipare al voto. I risultati degli scrutini non sono ancora disponibili. La nuova costituzione deve essere approvata in vista delle elezioni legislative e presidenziali, previste per il 27 dicembre.

Il fotografo dell’Afp Marco Longari ha scattato le immagini tra il 13 e il 14 dicembre 2015.

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