03 settembre 2015 16:42

La famiglia del bambino siriano di tre anni, il cui cadavere è stato ritrovato su una spiaggia in Turchia, stava facendo un ultimo tentativo di raggiungere i familiari in Canada, nonostante la sua richiesta d’asilo nel paese fosse stata rifiutata.

La Siria era già in guerra quando Aylan Kurdi è nato. Insieme a lui sono morti il fratello Galip, di cinque anni, e la madre Rehan, mentre il padre Abdullah è sopravvissuto.

Parlando alla stampa canadese, i familiari hanno dichiarato che Abdullah Kurdi gli aveva telefonato per dire che sua moglie e i suoi figli erano morti, e che il suo unico desiderio ora era di tornare a Kobane, la città curda di cui sono originari, per seppellire la sua famiglia. La città ha subìto pesanti bombardamenti all’inizio del 2015 nel conflitto tra il gruppo Stato islamico e i combattenti curdi.

Il mare era calmo, la barca era sovraffollata

Sono emerse alcune foto dei due fratelli morti nel naufragio. In una Aylan e Galip sorridono e stringono un orsacchiotto vestito di rosa. In un’altra i due sono in piedi su un divano, con Galip che abbraccia suo fratello minore.

La loro zia Teema Kurdi, che fa la parrucchiera a Vancouver, ha ricevuto la notizia dalla moglie di suo fratello Mohammad, Ghuson. “Ha ricevuto una chiamata da Abdullah, nella quale diceva che sua moglie e i suoi due figli erano morti”, ha dichiarato al National Post.

“Stavo cercando di fare da garante con le autorità canadesi per farli arrivare nel paese. I miei amici e i miei vicini mi hanno dato una mano coi depositi bancari, ma non siamo riusciti a farli partire in maniera legale. Per questo hanno dovuto imbarcarsi”.

“Stavo anche pagando il loro affitto in Turchia, ma lì i siriani sono trattati in modo orribile”. Kurdi, che è emigrata in Canada più di vent’anni fa, ha dichiarato che aveva fatto da garante per una richiesta di asilo dei suoi familiari, in modo che potessero raggiungerla in Canada. Ma la richiesta era stata rifiutata.

Il suo racconto è stato confermato dal un deputato locale, Fin Donnelly, che ha raccontato al giornale di aver personalmente consegnato la domanda di Kurdi al ministro dell’immigrazione Chris Alexander.

Il tipo di domanda presentata da Kurdi, se accettata, permette ai rifugiati di trasferirsi in Canada qualora dispongano dell’appoggio di almeno cinque cittadini canadesi, a condizione che questi garantiscano sostegno finanziario e affettivo.

Solo i candidati formalmente riconosciuti come rifugiati possono fare domanda e molti curdi siriani hanno riferito le loro difficoltà nel far accettare le loro domande nei campi dell’Agenzia dell’Onu per i rifugiati in Turchia. Quest’ultima, a sua volta, non rilascia visti ai richiedenti asilo che non ottengono ufficialmente questo status.

I due fratellini e la loro madre facevano parte di un gruppo di almeno dodici siriani morti su un’imbarcazione diretta verso l’isola greca di Kos, nell’Egeo.

La barca si è capovolta anche se il mare era calmo, sovraccarica per i 17 passeggeri. I corpi sono stati trascinati sulla spiaggia di Ali Hoca Point a Bodrum. È arrivata la notizia che anche un altro gommone, sul quale viaggiavano altre sedici persone, si è rovesciato.

La guardia costiera turca ha dichiarato che cinque bambini e una donna sono morti in seguito al naufragio, mentre tre persone sono ancora disperse. Gli elicotteri hanno messo in salvo altre quindici persone.

Questa settimana, la guardia costiera turca ha detto di aver salvato più di 42mila persone nell’Egeo nei primi mesi del 2015, di cui 2.160 nell’ultima settimana. Solo nella notte di mercoledì, più di cento persone che cercavano di raggiungere Kos sono state soccorse, secondo la guardia costiera.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sul Guardian.

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