23 giugno 2015 19:00
Il vicepresidente statunitense Joe Biden interviene alla settima edizione del Dialogo economico e strategico tra Stati Uniti e Cina a Washington, il 23 giugno 2015. (Yuri Gripas, Reuters/Contrasto)

Una delegazione di circa 400 persone, tra ministri e funzionari del governo di Pechino, è a Washington per la settima edizione del Dialogo economico e strategico tra Stati Uniti e Cina. Tra i protagonisti, per la parte statunitense, il vice presidente Joe Biden, il segretario di stato John Kerry e il segretario al tesoro Jacob Lew; per la Cina, il ministro degli esteri Yang Jiechi e il vice primo ministro Wang Yang. I temi caldi sono la sicurezza informatica e le dispute di sovranità nel Mare cinese meridionale. “Gli Stati Uniti sono fermamente impegnati a migliorare le relazioni con la Cina” ha detto il portavoce del dipartimento di stato statunitense, John Kirby. “Mentre i nostri paesi sono in disaccordo su molti punti, noi riconosciamo che ci sono molte aree di cooperazione su cui beneficiamo entrambi” ha aggiunto.

La due giorni è iniziata ufficialmente con l’incontro tra Kerry e il cinese Yang, con la prima apparizione pubblica di Kerry da quando si era rotto una gamba in un incidente in bicicletta il 31 maggio scorso. Il ministro degli esteri cinese ha assicurato che Pechino collaborerà con gli Stati Uniti e con gli altri paesi per promuovere la sicurezza informatica. “Pensiamo sia un dossier di fondamentale importanza” ha detto Yang nel suo intervento di apertura. “Lavoreremo con gli Stati Uniti e gli altri paesi in uno spirito di apertura per affrontare al meglio le questioni più importanti” ha assicurato.

Secondo la Cnn, sarebbero circa 18 milioni, e non 4,2 come indicato inizialmente, i profili informatici di dipendenti federali, tra quelli in servizio e in pensione, hackerati nell’ultimo attacco informatico subito dall’amministrazione statunitense all’inizio di giugno. Da quanto riferito dal direttore dell’Fbi, James Corney, in un’audizione a porte chiuse al senato, si tratterebbe dell’attacco informatico più vasto mai subito da uno stato. Gli inquirenti ritengono che dietro ci sia il governo cinese e che per l’intrusione siano stati usati diversi punti di accesso, tra cui i computer di società incaricate dall’amministrazione federale per la selezione del personale.

Gli hacker avrebbero violato un archivio informatico governativo usato per i controlli di sicurezza sui dipendenti che contengono anche le informazioni private dei membri della loro famiglia. Il numero delle persone effettivamente colpite e dei profili violati sembra quindi destinato a crescere. E l’amministrazione Obama ora viene molto criticata per aver minimizzato sull’entità della violazione.

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