06 febbraio 2015 14:14
Le Monde

Il 6 febbraio Boko haram ha attaccato il villaggio nigerino di Bosso. Poco prima il Niger aveva annunciato di essere pronto a unirsi a Camerun e Ciad per cercare di fermare la minaccia dei jihadisti. Ecco cosa è successo nelle ultime settimane.

  • Il 3 febbraio l’esercito del Ciad è entrato in Nigeria perché le incursioni di Boko haram nel nord del Camerun minacciano la capitale ciadiana, N’Djamena, che dista solo alcuni chilometri. Oltre all’aspetto della sicurezza, l’intervento ha ragioni economiche: il Ciad vuole ripristinare le vie commerciali lungo le frontiere, fondamentali per la sua economia. N’Djamena aveva rafforzato già dal 2014 la presenza militare alla frontiera con il nord del Camerun e il nord della Nigeria, controllato da Boko haram.
  • Il 30 gennaio l’Unione africana (Ua) aveva dato il suo appoggio all’invio di un contingente di 7.500 soldati per aiutare l’esercito nigeriano a respingere i terroristi.
  • Il 17 gennaio, in risposta all’appello del presidente del Camerun Paul Biya e dopo vari sconfinamenti di Boko haram nel paese, le truppe del Ciad erano entrate in territorio camerunese.
  • Anche se non ha intenzione di mandare soldati, la Francia segue da vicino la crisi in corso: Parigi ha annunciato che sosterrà “la parte logistica e operativa” delle forze africane e finora avrebbe compiuto alcune missioni di ricognizione negli spazi aerei di Ciad e Niger. A N’Djamena si trova il quartier generale dell’operazione francese Barkhane, finalizzata alla lotta al terrorismo nella regione del Sahel.

Le Monde

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it