12 ottobre 2018 10:02
  • Il giornalista e analista politico saudita Jamal Khashoggi, 60 anni il 13 ottobre, è scomparso il 2 ottobre 2018 dopo essere entrato nel consolato del suo paese a Istanbul, in Turchia.
  • Cugino del miliardario imprenditore nel settore degli armamenti, Adnan Khashoggi, Jamal Khashoggi è una voce conosciuta al livello internazionale per le sue posizioni riformiste e le sue critiche contro la deriva autoritaria dell’Arabia Saudita e in particolare contro l’amministrazione del principe Mohammed bin Salman. A Riyadh è stato per due volte caporedattore del quotidiano moderato Al Watan, che ha lasciato nel 2010. Nonostante le sue posizioni critiche, Khashoggi è stato a lungo al centro della vita politica saudita, lavorando come consigliere e capo ufficio stampa della famiglia reale. Si è allontanato definitivamente dall’Arabia Saudita nel 2017, dopo che il governo gli aveva intimato di smettere di scrivere e di usare i social network. Si è trasferito a Washington dove scriveva di Arabia Saudita per il Washington Post.
  • A maggio di quest’anno, durante una conferenza a Istanbul, ha conosciuto Hatice Cengiz, una cittadina turca di 36 anni. Avevano deciso di sposarsi e trasferirsi in Turchia, ma le autorità turche chiedevano a Khashoggi un certificato saudita che attestasse la validità del suo precedente divorzio.
  • Secondo quanto ricostruito dal quotidiano turco Hürryiet, Khashoggi aveva chiesto di poter ritirare il documento all’ambasciata di Washington, ma a quanto pare le autorità turche gli avrebbero consigliato di ritirare il documento al consolato di Istanbul, perché più informato sulla procedura.
  • Nonostante i timori degli amici (raccolti da Reuters e Hürriyet), Khashoggi aveva deciso di andare al consolato di Istanbul.
  • Usando in parte una lettera scritta al Washington Post da Hatice Cengiz, Reuters e Hüriyet hanno ricostruito i fatti precedenti la scomparsa. Khashoggi era andato una prima volta negli uffici del consolato il 28 settembre e poi era andato a Londra per una conferenza. Tornato a Istanbul, alle 13 del 2 ottobre Khashoggi è entrato nel consolato saudita. Non vedendolo tornare, alle 16.30 la fidanzata che lo aveva accompagnato ha chiamato un consigliere del presidente Recep Tayyip Erdoğan, usando il cellulare che Khashoggi le aveva consegnato prima di entrare. Le autorità turche hanno diramato l’avviso della sua scomparsa, raccontata il giorno seguente sui giornali di tutto il mondo.
  • Il 6 ottobre le autorità turche hanno dichiarato di essere convinte che Khashoggi fosse morto. Il 10 ottobre il New York Times ha scritto che gli inquirenti di Istanbul sono convinti che il giornalista sia stato ucciso nel consolato e il suo cadavere fatto a pezzi per essere trasportato fuori dall’edificio.
  • Al momento l’inchiesta ruota intorno a un furgone e a un gruppo di sauditi. Secondo le autorità turche, rilanciate da Reuters, all’alba del 2 ottobre, 15 cittadini sauditi sarebbero atterrati a Istanbul con due diversi voli: un charter privato appartenente alla compagnia Sky Prime Aviation Service (in mano al governo saudita, scrive Hürriyet) e un volo commerciale. Gli uomini si sarebbero registrati in due alberghi molto vicini alla sede del consolato, il Movenpick e il Wyndham, che non hanno commentato la notizia.
  • Nel pomeriggio dello stesso giorno, sempre secondo l’inchiesta turca, i quindici sarebbero tornati in aeroporto a bordo di due auto, ma gli inquirenti indagano su un terzo veicolo che avrebbe lasciato il consolato nello stesso momento, dirigendosi però dalla parte opposta. Su questo punto il console saudita non ha rilasciato dichiarazioni.
  • Inoltre, due fonti nei servizi servizi turchi hanno confermato a Reuters che i video delle telecamere di sorveglianza del consolato dimostrerebbero che Khashoggi non ha mai abbandonato l’edificio. L’ultima immagine che si ha del giornalista saudita è quella del suo ingresso nell’edificio, pubblicata da Hürryiet e Ap. La Bbc ha ricostruito la vicenda per immagini.
  • Basandosi su fonti di intelligence turca, il quotidiano Sabah, vicino al governo turco, ha pubblicato le foto di 15 sauditi sospetti, identificandone due. Sarebbero un luogotenente dell’aeronautica militare saudita e un medico legale che lavora per l’agenzia di sicurezza interna di Riyadh. Al Jazeera afferma di averne identificati successivamente altri sei come ufficiali delle forze speciali saudite.
  • L’11 ottobre le autorità di Ankara hanno fatto sapere di avere registrazioni audio e video in cui si sentirebbero le voci del giornalista e di alcuni uomini che parlano in arabo. Nell’audio si sentirebbero le violenze e l’uccisione di Khashoggi.
  • Ultimo tassello dell’inchiesta sarebbe l’Apple watch che Khashoggi indossava al momento della sua visita al consolato, collegato con il telefono lasciato alla fidanzata prima di entrare. Da qui gli inquirenti pensano di poter recuperare ulteriori elementi d’inchiesta.

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